lunedì 31 agosto 2015

LA SCIENZA SECONDO CARLO ROVELLI

Un altro studioso, in questo caso appartenente al campo scientifico, che mi sarebbe piaciuto ospitare e far parlare nel nostro Istituto è Carlo Rovelli, il cui ultimo libro intitolato Sette brevi lezioni di fisica, ed. Adelphi 2014, è da diversi mesi in vetta alla classifica dei libri più venduti in Italia.
In uno scritto in parte autobiografico, dal titolo Che cos’è il tempo? Che cos’è lo spazio Ed. Di Rienzo, racconta la sua esperienza di studente liceale a Verona nel periodo rovente a cavallo degli anni ‘60/’70, il suo desiderio di cambiamento del mondo e la scoperta della passione per la fisica teorica.
In esso descrive come, insieme ad un altro fisico Leo Smolin, è giunto a sostenere che lo spazio è costituito da loop (anelli). Si tratta di una teoria alternativa a quella delle stringhe, forse più famosa, ma , a suo parere, meno promettente rispetto alla prima.
Rovelli ricostruisce, in La realtà non è come ci appare, Cortina Ed., con un linguaggio chiaro e con un’esposizione accessibile anche a coloro che non hanno competenze specifiche nel campo della fisica, le principali scoperte scientifiche del ‘900, soffermandosi in particolare sulle teorie della relatività di Einstein e sulla teoria quantistica e sugli  sviluppi più recenti.
In forma più sintetica è ritornato sugli stessi argomenti nel libretto che ho citato all’inizio.
Pur non essendo io un esperto di fisica, sono libri che mi hanno entusiasmato e che consiglio vivamente di leggere.
Vorrei soffermarmi, infine, su alcune riflessioni relative alla scienza che C. Rovelli sviluppa in un altro suo bel libro (Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro, Ed. Mondadori Università).
Rovelli mette in guardia gli scienziati dal cadere nel tranello delle “Teorie del Tutto”, poiché sconfinano in un campo che esula dalla scienza, e dal ritenere che le teorie scientifiche abbiano un carattere definitivo, come avveniva nell’Ottocento quando si riteneva che Newton avesse scoperto le leggi fondamentali della natura. Ad inizio Novecento le nuove teorie di Einstein e di Heisenberg hanno gettato scompiglio e le teorie stesse di Einstein e di Heisenberg potrebberoin futuro essere falsificate.
Le riflessioni che, da allora, sono state elaborate sulla natura della scienza (si pensi alle opere di Popper, Bachelard, Lakatos, Kuhn, Feyerabend…) hanno all’origine tale scompiglio.
Nonostante il carattere non definitivo delle conoscenze scientifiche, queste ci permettono di avere un’immagine del mondo, una comprensione di come funziona il mondo. Per quanto questa immagine sia migliorabile, dobbiamo tenere presente che essa è la migliore che abbiamo.
Rovelli, inoltre, mette in guardia da un relativismo radicale che porti a concludere che tutte le opinioni sono equivalenti, così come da un pensiero dell’assoluto, che porti ad assumere che i nostri criteri etici, estetici e di verità siano i migliori.


A proposito di scienza, segnalo il numero 5/2015 di Micromega, Almanacco della scienza, che contiene vari saggi di diversi studiosi, tra cui il primo è di C. Rovelli, in cui sottolinea che la certezza pratica prodotta dal sapere scientifico è rilevante; si tratta di un sapere affidabile, benché non assoluto e costantemente migliorabile.

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